Il giovane Michelangelo e il suo Bacco

1496-97, marmo, Museo Nazionale del Bargello

Fra le tante opere che potete trovare a Firenze scolpite da Michelangelo, ce n’è una molto particolare e decisamente poco conosciuta: il Bacco, esposto in uno dei nostri Musei preferiti, il Bargello. Al piano terreno di questo imponente edificio medievale, una grande sala ospita numerose opere del celebre Michelangelo. Bacco è il primo ad accoglierci non appena varchiamo la soglia. Non a caso è posizionato proprio all’inizio del percorso museale, essendo un’opera giovanile del grande scultore. Guardando questa splendida scultura in marmo, realizzata da Michelangelo poco più che ventenne, si rimane affascinati dal linguaggio schietto e realistico con cui l’autore ha raffigurato Bacco.

Una divinità ubriaca!

Dio dell’ebbrezza e simbolo della sregolatezza, Bacco ha un volto rotondo, armonico e sensuale, incorniciato da grappoli d’uva. La bocca semiaperta e lo sguardo sfuggente enfatizzano l’abbandono di Bacco ai piaceri della vita. Una divinità che si presenta morbidamente appoggiata sulla gamba sinistra, mentre solleva, con fare noncurante, una grande coppa di vino. Con il corpo completamente nudo e lo sguardo lievemente sfuggente, Bacco sembra in equilibrio instabile sulle sue gambe, a dimostrazione che anche le divinità, se bevono troppo, perdono il controllo! Appoggiato a lui, quasi a sorreggerlo, un piccolo satiro dalle orecchie appuntite fa capolino. Seduto su un tronco sorride malizioso, pronto ad addentare un grappolo d’uva. La pelle di pantera che tradizionalmente lo veste è scivolata sotto alle sue zampe caprine.

La ricerca anatomica di Michelangelo

La muscolatura di entrambi, realisticamente tesa da un lato e rilassata dall’altro, le giunture perfette di spalle, gomiti e ginocchia, le costole in evidenza per la torsione dimostrano l’eccellente conoscenza di Michelangelo dell’anatomia umana, raggiunta grazie a lunghe e solitarie sessioni di studio anatomico condotte sui cadaveri degli ospedali. La posa di Bacco richiama il contrapposto, o chiasmo, delle sculture greche antiche. La gamba sinistra è tesa, nello sforzo di sorreggersi, mentre la destra si piega e si solleva appena. Ad esse corrispondono le posizioni delle braccia: distesa lungo la gamba quella di sinistra, piegata ad alzare la coppa quella di destra.

Bello, eppure rifiutato…

In quest’opera Michelangelo non trae solo ispirazione dalle sculture antiche, le imita apertamente, secondo la richiesta del committente, il cardinale Raffaello Riario, esperto collezionista d’arte. La storia racconta che qualche anno prima, il cardinale venne truffato acquistando come opera antica, e a caro prezzo, un Cupido Dormiente, in realtà scolpito dal giovane Michelangelo. Scoperto l’inganno, il cardinale volle conoscere l’artista che era riuscito ad imitare così bene l’arte antica. Entusiasta della bravura del giovane fiorentino, Riario gli commissionò una nuova opera: Bacco. Sebbene il marmo del Bargello sia una delle poche opere dell’artista perfettamente finite, il cardinale non fu soddisfatto del risultato raggiunto, al punto da rivendere il Bacco immediatamente una volta terminato. Dopo vari passaggi di proprietà, la scultura fu acquistata dai Medici e portata da Roma a Firenze per entrare a fare parte delle collezioni granducali.

Quindi quest’opera di Michelangelo è o no ben riuscita? Noi lasciamo il giudizio a voi, quando la vedrete di persona visitando il Museo del Bargello nel nostro tour dedicato al grande Michelangelo!